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01-12-2022

Quantificazione e riduzione delle emissioni di metano

Scenari di decarbonizzazione in applicazione al nuovo piano integrato energia e clima 2030

Un tema di grande attualità - trattato a Bologna lo scorso 22 settembre - su cui il Comitato lavora mettendo in rete gestori del servizio gas, imprese e istituzioni

L’impegno del CIG sul tema delle methane emissions è stato posto in evidenza nel 2022 in particolare durante il secondo appuntamento del Forum CIG, di cui di seguito riprenderemo alcuni passaggi chiave.

Il contributo fornito dal Comitato su un ambito delicato quanto complesso, è stato particolarmente apprezzato dai tanti operatori presenti a Bologna il 22 settembre, per un workshop che ha beneficiato dell’importante contributo di una serie di esperti in grado di fornire una visione esaustiva della tematica.

Cristiano Fiameni, Direttore Tecnico CIG, ha aperto la sessione richiamando all’attualità della tematica e in particolare all’evoluzione della legislazione europea in merito che ha portato, a fine 2021, alla stesura di una bozza di regolamento che nel 2022 è stato esaminato in profondità dal CIG con l’intervento diretto di molteplici attori messi in rete dal Comitato.

Fiameni ha sottolineato nel merito l’importanza dell’attività pre-normativa di Marcogaz, osservatorio privilegiato a livello europeo, che ha esteso il tema agli ambiti rigassificazione e GNL.

“Il Position Paper prodotto da Marcogaz relativo al regolamento ha dato testimonianza di un sistema gas unito a livello europeo che si è presentato come filiera davanti alla Commissione.”

Infine, un riferimento alla normazione tecnica, con un testo andato in votazione a fine settembre e disponibile a breve.

L’UNI CEN/TS 17874 sarà il primo documento europeo a presentare quantificazioni delle emissioni, tassello fondamentale e con indicazioni specifiche per affrontare in modo adeguato un tema così delicato.”

Sulla bozza del nuovo regolamento UE relativo alle methane emissions si è soffermato Davide Scrocchi di Snam, che ha rilevato come il 50% delle emissioni di metano derivi dal mondo agricolo mentre il segmento energia partecipi per il 17-18% (con una riduzione dal 1990 a oggi del 72%).

“È impensabile poter arrivare a emissioni zero – ha rilevato Scrocchi – per cui mi auspico possano esser introdotti nel regolamento sia un criterio di efficienza economica costi/benefici che di materialità degli interventi per la misurazione e la riduzione di emisssioni, che oggi mancano del tutto.

Saranno inoltre sempre più necessarie tecnologie di misurazione di tipo top down oggi non ancora mature e poco disponibili sul mercato.”

Di emissioni di metano in atmosfera ha parlato anche Alessandro Morgagni, portando l’esperienza e la visione di Inrete Distribuzione Energia (Gruppo Hera).

L’approccio decisamente pragmatico sul tema si è tradotto in 4 livelli di attività svolti dall’utility, che si possono così riassumere: presidio e contributo all’evoluzione legislativa e normativa; scouting e sperimentazione di nuove tecnologie; ottimizzazione delle attività operative; riduzione delle emissioni post-contatore (in particolare con la dotazione ai clienti di NexMeter il contatore G4 sviluppato dal Gruppo Hera).

Un approccio proattivo che presuppone capacità di autofinanziamento ma soprattutto accesso a funding europei e nazionali (per esempio Horizon Europe e PNRR) il cui esito però non è prevedibile a priori quindi non programmabile.

L’esperienza di un distributore come Italgas ha dato seguito ai lavori, grazie al contributo di Sandro Lacidogna, con un focus sulla tecnologia CRDS (Cavity Ring-Down Spectroscopy, sviluppata dall’americana Picarro) che dal 2020 è stata applicata al 100% della rete.

“I benefici sono quelli di una sensibilità di parti per miliardo, della capacità di rilevare una concentrazione sia di metano che di etano, di un’area d’ispezione che ha un raggio di 100 metri per un’altezza di 3-4 metri, rilevando sia le fughe interrate che quelle aeree.

“La possibilità di quantificare le emissioni fuggitive in modo puntuale esiste – ha dichiarato Lacidogna – intervenendo sulle condotte anche in termini predittivi, passando dalla sostituzione delle tubazioni al 50mo anno di età a una logica più intelligente di rimpiazzo sulla base dello stato reale.”

Il punto di vista del produttore di tecnologie è stato portato a Bologna da Andrea Giorgetti di Automa, che si è soffermato su soluzioni di modulazione della pressione di esercizio attraverso applicazioni dinamiche: digitalizzazione e manutenzione predittiva sono stati sviluppati attraverso progetti pilota che hanno dimostrato come sia possibile arrivare a una riduzione dei costi operativi con un’ottimizzazione della gestione e utilizzi innovativi delle infrastrutture gas (favoriti anche dagli incentivi di Arera).

Interessante quindi il punto di vista di Tommaso Franci, in rappresentanza dell’associazione Amici della Terra, che ha riportato il tema su una visione di più ampio spettro richiamando alla strategia nazionale per le emissioni di metano.

“Al tema è stata riconosciuta, a livello europeo, l’importanza che meritava nell’agenda delle politiche ambientali. I dati al 2020 confermano rispetto al 1990 un trend di riduzione delle emissioni del 72%; l’incognita – ha concluso Franci – rimane sul gas importato; è difficile infatti avere dati relativi alle attività di produzione e trasporto dai paesi da cui ci approvvigioniamo.

Vorrei mettere inoltre l’accento sulla qualità dei dati e sull’integrazione tra statistiche ufficiali.

Lo sforzo testimoniato anche dall’attività del CIG è molto importante e può aiutare senz’altro la collaborazione tra diversi organi nazionali e internazionali.”

Le conclusioni sono state affidate a Stefano Cagnoli, Direttore Generale del CIG: “Le methane emissions per alcuni sono forse un fatto nuovo; ma l’approccio e l’importanza dato al tema dalla Commissione muovono a qualche riflessione anche chi lo ha finora ritenuto marginale senza coglierne peraltro le complessità.

Credo peraltro che in Italia dovremmo valorizzare la regolazione dell’Autorità sulla ricerca dispersioni, costruita sotto l’egida della sicurezza. Sottolineo ancora una volta la pluralità di idee e di esperienze portate dal CIG anche in questa edizione del Forum; in particolare in ambiti complessi, che necessitano di competenze trasversali, come abbiamo toccato oggi a Bologna.”

 

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